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febbraio 8, 2018 da wp_6342593

Smaltimento delle macerie edili

Non è raro vedere ai bordi delle strade calcinacci abbandonati, residui di intonaco, laterizi e cemento armato, che non solo sono dannosi per l’ambiente ma anche potenzialmente pericolosi per la salute umana, tant’è che sono classificati come rifiuti speciali, e come tale vanno convogliati in apposite discariche o siti di trasformazione, e non certo, alla stregua dei comuni rifiuti urbani, nei cassonetti della spazzatura!

Anche perché, essendo il trattamento delle macerie prodotte dalla distruzione o dall’abbattimento di strutture e impianti normato dal D. leg. del 5 aprile 2006, n. 186, sono previste delle multe nel caso in cui lo smaltimento dei rifiuti edili non avvenga secondo quanto previsto: sanzioni che puniscono l’abbandono illegittimo con cifre che vanno da 105 a 620 euro (ridotte fra i 25 e i 150 euro se i rifiuti non sono ingombranti né pericolosi), e nel caso in cui si tratti di imprenditori o di titolari di aziende edili, oltre alla pena pecuniaria, c’è anche il rischio dell’arresto fino a due anni.

Smaltimento macerie edili

La precisazione di cui sopra è indispensabile, dal momento che la legge attribuisce la responsabilità dello smaltimento delle macerie edili a colui che materialmente le produce, che può essere il singolo cittadino in caso di lavori svolti in proprio, o l’azienda costruttrice che gestisce il cantiere. 

Rifiuti edili che per la maggior parte sono costituiti da materiali inerti, e che, fatta eccezione per la terra e le rocce da scavo (che non sono considerate rifiuto e, pertanto, a meno che non siano contaminate, vanno riutilizzate per rinterri, lavori di giardinaggio o riempimenti), sono classificati come rifiuti speciali e vanno conferiti in discarica o, se possibile, ad idoneo impianto di trasformazione (a meno che non si tratti di piccole quantità, per cui possano essere condotti alle Isole Ecologiche competenti, ma solo se previsto dal loro piano di raccolta differenziata).

E nemmeno si può pensare di organizzarsi autonomamente per il trasporto, giacché la normativa impone che la raccolta delle macerie venga effettuata da apposite ditte, iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, alle quali si conferisce incarico compilando una specifica modulistica, e che a loro volta hanno l’obbligo di produrre un formulario, nel caso in cui la quantità di rifiuti edili trasportati superi i 30 chili (o litri) al giorno, dal quale si evinca:

  • nome ed indirizzo del produttore dei rifiuti;
  • origine, tipo e quantità dei rifiuti;
  • impianto di destinazione;
  • percorso da seguire per arrivare all’impianto;
  • nome ed indirizzo del destinatario.

Tutto questo al fine di rendere sempre tracciabili e individuabili i rifiuti e coloro che ne sono responsabili.

E tutto questo a sua volta nell’ottica di una diminuzione dell’incidenza socio-ambientale delle attività umane: da ciò deriva la logica del riciclo che non solo, come anticipato, dovrebbe indurre a riadoperare terra e rocce da scavo, ma anche a selezionare i calcinacci per grandezza e dimensione al fine di sottoporli ad alcuni processi (come polverizzazione, separazione e selezione dei materiali e recupero degli elementi nocivi) alla fine dei quali le parti riciclabili verranno riutilizzate e il resto smaltito negli impianti ad hoc.

Ma a quanto ammonta il costo per lo smaltimento dei rifiuti edili?

Se ci si serve delle isole ecologiche (per non più di 30 kg di macerie) lo smaltimento è gratuito, se invece le quantità aumentano e si contattano ditte specializzate nel ritiro e smaltimento di materiali di risulta dei lavori di edilizia allora bisogna preventivare dai 15 ai 20€/mq per lo smaltimento dei calcinacci e dai 50 ai 100€ per il trasporto.

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febbraio 8, 2018 da wp_6342593

La normativa sullo smaltimento macerie

Lo smaltimento rifiuti è diventato da qualche anno (troppo pochi, a dire il vero!) una questione d’interesse comune, ma se nella vita quotidiana essa viene affrontata tramite la raccolta differenziata, come ci si comporta quando un cittadino, impegnato magari in un lavoro di ristrutturazione di un vecchio appartamento, produce calcinacci, inerti, residui di intonaco, laterizi, cemento armato e non… in una parola dei rifiuti edili?

La normativa sullo smaltimento macerie (nello specifico il Dm ambiente del 5 aprile 2006, n. 186) stabilisce innanzitutto che l’onere dell’eliminazione deimateriali di risulta compete a colui che li ha creati: nel caso specifico che abbiamo citato, sarà l’abitante di Milano che ha svolto lavori di restauro a doversene curare, qualora svolgesse i lavori in proprio; mentre competerebbero all’azienda edile che svolge l’opera, nel caso in cui si rivolgesse a dei professionisti del settore edile.

In che modo?

Due sono le possibilità: nel caso in cui si tratti di quantità esigue di rifiuti, essi possono essere convogliati presso le isole ecologiche del Comune di appartenenza, ammesso che questi lo consentano (è dunque necessario informarsi preventivamente su tale possibilità), per quantitativi maggiori è previsto il trasporto in discarica o a un idoneo impianto di trasformazione.

Normativa smaltimento macerie

Sia nell’uno che nell’altro caso è però sempre obbligatorio ricorrere ad apposite ditte, regolarmente iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, che gestiscono la raccolta e il ritiro delle macerie, previa compilazione di una specifica modulistica: Edilcasa Ritiro Macerie Milano opera a Milano e provincia e si dedica da oltre dieci anni alla rimozione, sgombero e smaltimento di rifiuti edili, ritiro e smaltimento macerie, sgombero rifiuti, smaltimento calcinacci.

Ma la normativa sullo smaltimento macerie prima citata non si limita a stabilire le competenze in merito, sottolineando anche la differenza che intercorre tra rifiuti edili derivanti dalla costruzione e quelli prodotti invece in fase di demolizione, laddove i secondi risultano nettamente più disomogenei dei secondi, e stabilendo come:

  • In un cantiere di lavoro debbano essere rispettati i quantitativi massimi previsti per ogni materiale
  • Di ogni materiale adoperato debba essere nota la provenienza
  • Ogni cantiere debba rendere evidenti tipi e caratteristiche dei rifiuti prodotti
  • In ogni sito di lavoro vengano assicurate condizioni per le quali il recupero dei rifiuti edili avvenga senza pericolo per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Condizioni che vengono delineate nel Decreto stesso.

La legge sulla gestione delle macerie provenienti da lavori edili definisce anche che a vigilare sul corretto andamento dello smaltimento siano i Comuni, ai quali vengono inoltrate le richieste di permesso a costruire, contenenti anche l’indicazione (chiaramente presunta) della quantità di rifiuti edili che verrà prodotta durante i lavori, e che in alcun modo essi possano essere convogliati assieme ai rifiuti di provenienza domestica o altri rifiuti speciali.

In particolare, è previsto che, dal momento, come anticipato, che i prodotti di scarto dei lavori di demolizione sono molto più disomogenei rispetto a quelli delle costruzioni, vengano sottoposti a trattamenti preventivi quali vagliatura, cernita, separazione, rimozione di sostanze inquinanti, recupero di metalli o altri composti metallici, frantumazione, e che già in cantiere essi vengano separati (per tipologia) in:

  • rifiuti non inquinanti derivati da materiale di sterro o da sgombero
  • rifiuti che possono essere depositati sulle discariche per inerti senza ulteriore trattamento
  • rifiuti combustibili come legna, carta, cartone e altri materiali sintetici
  • altri rifiuti non diversamente identificati.

Trattandosi di un lavoro lungo, complesso e oneroso, è chiaro che i tentativi maggiori sono volti a ridurre il più possibile il quantitativo di calcinacci, macerie e rifiuti edili che vengono prodotti in cantiere: a tal scopo si interviene col riciclo (il sistema migliore dal punto di vista ambientale, ma purtroppo non sempre fattibile), oppure attraverso la demolizione “selettiva”, che consiste nell’individuare gli scarti a monte indirizzando quelli riutilizzabili ad appositi impianti di trattamento, o ancora tramite la demolizione controllata, che prevede la differenziazione degli scarti nel momento conclusivo, in base a consistenza e possibilità di riutilizzo.

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Articolo scritto in collaborazione con: http://costo-ristrutturazione-casa.it/

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